venerdì 28 dicembre 2018

INTENTI PER UN NUOVO ANNO

Come ogni anno mi accingo a fare l'elencop di buoni propositi/speranze per l'anno nuovo che nascerà fra pochi giorni.

Li elenco così come mi vengono, non riguardano solo me, ma cose che spero accadano per favorire situazione spesso difficili.

1) Mi auguro che il governo presenti al più presto il decreto FER2 che deve stabilire gli incentivi per l'energia elettrica immessa in rete ottenuta dalla combustione di biomasse.

Attualmente nella sola Lombardia si producono non meno di 50.000 Tonnellate/mese di escrementi provenienti da allevamenti avicoli, che non possono essere utilizzati come fertilizzante (contengono ammoniaca) e che in base ad una legge del 2014 POSSONO essere utilizzati come combustibile.

Ora bruciare merda epr fare energia elettrica e calore non mi pare una cattiva idea, soprattutto se grazie ai sistemi di filtrazione e trattamento dei fumi si realizzino impianti al top delle tecnologie disponibili....

Per ora il decreto non viene presentato e la Pollina (biomassa prodotta da allevamenti avicoli) finisce a vario titolo ed in vari modi nella nostra acqua "potabile".

So che i 5 Stelle stanno ostacolando l'uscita del FER2, evidentemetne a loro piace l'acqua "al sapor di merda"....

2)  Spero che la Francia presenti uno aforamewnto dal rapporto deficit/PIL BEN OLTRE IL 4%.....
SAREBBE UN PIACERE IMMENSO  che venissero bocciati i lecchini dell'europa Germanocentrica
governata da un cucciolo di banchieri....

3) Pace e ene a tutti (me compreso) ..

Buon anno a tutti voi!
Arturo

Risultati immagini per fuochi d'artificio


lunedì 29 ottobre 2018

GIUDIZI INAPPELLABILI

Ogni giorno che passa mi chiedo se avrei potuto spenderlo meglio, se avrei potuto renderlo più produttivo, se la mia cronica indolenza da cinquantenne ad elevato coefficente di scazzo mi ha fatto perdere opportunità....

Inevitabilmente finisco con il trovare mille pecche al mio comportamento, ma non ho alcuna intenzione di apportare stupide modifiche al mio modo di essere e di agire;

 mio figlio ha scelto una facoltà universitaria che non penso possa offrirgli sbocchi lavorativi? Vedo bene di dirglielo senza molti se e ma, la morale è che tutta la famiglia mi si è scherata contro in maniera risoluta.

Ma so di aver ragione, so che finirà per fare lavori di ripiego......, ma in fondo che diritto ho di orientargli la vita?

NESSUNO!

Che faccia i propri errori (finchè mamma gli paga la retta che problema c'è?), accumulerà esperienza, poi magari troverà uno sbocco e farà un lavoro che lo renderà felice, questo glielo auguro di cuore.

In fondo l'iperefficentismo ci ha portato allo sfruttamento più bieco di risorse, tempo, vite. ed in cambio ci ha regalato la disoccupazione, la legge Fornero, le riforme scolastiche alla "scemo e più scemo" la delocalizzazione, l'emigrazione, la produzione di energia elettrica con metodi inquinanti e per finire la colpa di tutto la diamo all'immigrazione....

Le PERSONE sono importanti, le loro idee sono importanti, durante una discussione a tavola con chi affermava che "se diamo da mangiare agli immigrati poi siamo in crisi" (una cosa ben diversa dal controllo dei flussi migratori e che non differenziava fra rifugiati e immigrazione) con un amico abbiamo fatto un calcolo provocatorio all'estremo. ci siamo chiesti se avessimo tolto tutte le persone dal pianeta e le avessimo cacciate a forza nel lago di Garda, di quanto sarebbe aumentato il livello.....

In circa cinque minuti abbiamo stabilito che si alzerebbe di circa 80 centimetri, un inezia.....

Lo scopo era dimostrare (con un metodo decisamente raccapricciante) che un pianeta vuoto,senza artisti, musicisti, pittori, cantanti, ballerine, creatori di aquiloni, donne, bimbi, uomini sarebbe stato un pianeta senza bellezza, eprchè la bellezza è SEMPRE negli occhi di chi guarda.

Cari efficentisti...., questa mattina mi aspetta un cliente con un bel po' di anni più di me, io porterò le brioche, lui ci metterà il caffè, mi parlerà delle olive che sta raccogliendo (ha un
centinaio di piante) della sua salute e dopo (solo dopo) parleremo di lavoro.

Se mi avanzerà tempo andrò a trovare un vecchio consocente..... Che vita sarebbe senza amici clienti e consocenti?

PS "del giorno dopo", il cliente mi ha regalato una bottiglia di olio di prima spremitura.....Una meraviglia di profumi e sapori....



Risultati immagini per esplosione nucleare

Il prodotto di efficentissimi scienziati, diretti da efficentissimi militari comandati da efficentissimi politici...


Maledetti!






domenica 16 settembre 2018

DIETRO LA FACCIATA.....

Nel mio "natio borgo selvaggio"  vi è un maestoso campanile merlato con la bellezza di 6 campane, ognuna ha il proprio nome, ma "Bortolo" (vero nome S. Bartolomeo) era da me la più odiata, ho abitato per ventiquattro anni a non più di cinquanta metri dal campanile ed i rintocchi del "campanù"(vere e proprie cannonate) mi svegliavano malissimo dopo le mie serate musicali  (finite spesso verso le quattro di mattina), insomma, era insopportabile.

A quattordici anni si era un po' tutti dei piccoli indiana Jones, no, nulla a che fare con i videogiochi ed i messaggi con Whatzapp dei miei figli, diciamo che noi ragazzi del 1960 si andava in cerca di emozioni da raccontare poi agli amici. 

Approfittando della chiesa aperta di pomeriggigio per la preparazione dei tridui, con Mauro, compagno di classe della seconda D, (si, quelli eretici che avrebbero voluto studiare inglese), prendemmo la via del campanile.

I primi venti gradini erano in pietra, i successivi centodieci in legno, alcuni molto malmessi, giunti in cima, notammo subito la splendida vista, Brescia ed il suo castello, la base di Ghedi con i suoi F104G disposti in prossimità dei due grandi hangar. poi guardando più vicino notammo qualcosa che dal basso non potevamo scorgere, il nostro piccolo comune aveva un buon numero di persone (eravamo nel 1974!) che potevano permettersi una pascina, e che piscina!, una addirittura con un isolotto  dotato di gazebo  dal tetto in foglie di palma, e poi palazzi, giardini e vasti poderi che dalle vie di transito era impossibile scorgere, rinchiusi dietro i grandi portoni in legno che si affacciavano sulle due vie principali con direttrici Brescia-Mantova e Borgosatollo-Rezzato.

Il comune in cui sono cresciuto era proprio così, ben celato dietro le apparenze, ma oltre la facciata piccolo/medio/alto borghese nasconde tutt'ora una storia di infinita violenza;

 la setta dei Disciplini, nel 1620 possedeva da svariati decenni  un ospedale proprio in centro al paese, spesso la gente lasciava alla setta la propria eredità al punto che nel 1628 possedeva buona parte dei terreni agricoli nei dintorni.

Con lo scoppio della peste bubbonica a Brescia nel 1629 fu perpetrato ad opera di "ignoti" il massacro degli appartenenti alla setta e l'esproprio dei loro beni e tereni, l'ospedale venne convertito in chiesa.

Alcuni monaci furono seppolti all'interno del loro stesso ospedale e gli scheletri vennero rinvenuti nel 1950 durante la conversione della chiesa (sconsacrata) in cinema comunale, la testimonianza di un mio parente mi ha rivelato che buona parte delle ossa e dei teschi recavano rotture e fori, furono inviati dalla curia dei medici che affermarono che la morte dei monaci era riconducibile alla peste del 1629.

Notoriamente la peste frantuma ossa e sfonda i crani....

Venti anni fa scoprii CHI è attualmente  proprietario dei terreni, che potrebbero essere appartenuti ai disciplini....., ,

la curia di Brescia.

Il mio natio borgo selvaggio è stato testimone di un orrenda strage finita (come molte altre) sotto silenzio.

 Risultati immagini per Castenedolo campanile
 Il campanone S. Bartolomeo, 1760 chili di bronzo, attualmente sottoposto a  restauro.....(non donerò loro neppure un euro, contateci)....







mercoledì 4 aprile 2018

IN TRENO

Negli anni ottanta viaggiavo spesso in treno per lavoro, negli scomparti a sei posti si finiva spesso con lo scambiare due chiacchere con i compagni di viaggio, genitori attempati che andavano a trovare i figli “su a Milano”, gente che come me era in trasferta per lavoro, ma anche professionisti, avvocati, dirigenti d'azienda, costretti a spostarsi in su e in giù per lo stivale.



Alcuni viaggi scorrevano lenti fra il sonno accumulato durante i giorni di trasferta, dove non di rado lavoravo dodici ore di fila, e la scomodità di sedili troppo dritti per potercisi adagiare, altri invece li trascorrevo ascoltando il chiacchericcio fitto fra due o tre persone che viaggiavano insieme, non riuscivo a leggere in treno, tornando da Napoli dove avevo trascorso una settimana di lavoro, trovai un tecnico di una grande azienda ligure con la mia stessa passione per la fotografia, a Napoli dormivo in un buon albergo vicino ai Campi Flegrei, la vicinanza con la base NATO di Bagnoli creava un viavai di ufficiali della marina USA che spesso godevano della compagnia di giovani ragazze del luogo, mi ero divertito a fotografarne alcune mentre attendevano nella hall, spesso sedute sulle poltrone o sugli sgabelli del bar, ricevendone una discreta complicità da parte di alcune di loro, avevo fatto sviluppare le diapositive e scattate il primo giorno di permanenza le avevo ritirate giusto un ora prima della partenza e discutemmo sui risultati (e su quanto fossero avvenenti un paio di giovani professioniste), in quegli anni portavo sempre con me la mia Contax 139 ed un paio di ottiche.



Ho assistito anche a tristissimi viaggi della speranza, in particolare una giovane coppia calabrese con una bimba di qualche mese diretti a Genova in un noto Ospedale, negli occhi una tristezza profonda ed inconsolabile.



L'azienda per cui lavoravo allora preferì poi farmi viaggiare in aereo, tuttavia ricordo una trasferta in Calabria, regione che non conoscevo, durante la mia eprmanenza lì insorse un problema in Puglia e mi venne chiesto di trasferirmi a Barletta per un paio di giorni, il trasferimento fra la provincia di Cosenza e la Puglia avvenne in treno e durante il viaggio mi innamorai dell'incredibile bellezza della costa Ionica, un compagno di viaggio mi parlò di un paese in particolare Roseto Capo Spulico, mi descrisse un acqua cristallina,abbondanza di pesce e di quanto quella zona fosse depressa, senza lavoro né speranze per i giovani.



I problemi a Barletta non si dimostrarono poi così complessi, il volo per Milano con scalo a Roma filò liscio, ma l'estate dopo volli trascorrere le ferie in Calabria, a Trebisacce e Roseto Capo Spulico si rivelò all'altezza delle aspettative.



Anche ora se posso viaggio in treno, da Brescia a Roma ci si va in tre ore e quaranta minuti, sui treni di Italo, sfruttando buone offerte,  mi capita spesso di viaggiarci in prima classe, le poltrone sono ampie, i servizi comodi, c'è un angolo bar ogni due vagoni, ma non si chiacchera più, siamo tutti collegati a smartphone ad ascoltare musica (come me) o chattare con qualcuno lontano centinaia o migliaia di chilometri, ma un anno fa mentre stavo andando a trovare un amico Romano ho scoperto che mia figlia mi aveva prenotato un posto in uno di quei salottini dove due persone siedono di fronte ad altre due, durante il viaggio ho conosciuto una quarantenne direttore commerciale di un azienda e quasi senza volerlo ci siamo ritrovati a parlare di lavoro e di mille altre cose, viaggiare in questo modo è certamente più divertente, se siamo naufraghi nell'oceano della vita è certamente meglio condividere con qualcuno questa condizione....



lunedì 2 aprile 2018

INCASINATO....

Sono ormai mesi che non scrivo nulla, impegnato fra problemi e nuovi impegni lavorativi ho trascurato il mio blog e quei quattro gatti che lo leggono, prometto a me stesso ed a voi che in settimana  btterò giù qualcosa...

nel frattempo Vi propongo un album da riscoproire e gustare come un boero...

 
Buon ascolto!!!

 
AMERICA, HOMECOMING

 


venerdì 12 gennaio 2018

LA CHIMERA

Davanti al televisore stavo osservando l'ennesima scena di violenza "da parte di un gruppo di Chimere" all'interno di un ufficio governativo, il sangue dipingeva le pareti del più vivido rosso che avessi mai visto eppure il televisore aveva i colori tarati correttamente.


La TV governativa stava incolpando Moza, la Chimera “più violenta ed assetata di sangue” e la più ricercata in tutto il mondo di sotto, ma io non credevo a quanto stava blaterando quel mezzobusto di stato. 

Ero nato quarantanove anni prima nel mondo di sotto e molto presto mia madre si rese conto di quanto fossi speciale, fin da quando nello spaccio alimentare a quattro anni, mi rivolsi al commesso con un pronome maschile, mia madre mi corresse dicendomi “guarda che Anisha è una bellissima signorina” ,ma io insistetti che era un uomo grasso e peloso, vidi il proprietario dello spaccio sbiancare è correre a prendere qualcosa sotto il bancone, "la signorina Anisha" corse fuori in strada e si mise a correre come un atleta sulle cento yard.


Fu così che scoprii che le illusioni delle Chimere non avevano effetto su di me.


La Statalità detestava le Chimere, così venivano chiamati i soggetti capaci di diffondere un immagine di se illusoria e come ogni stato totalitario ed in cui i regali dei costruttori di armi rappresentano una buona parte dei fondi donati ai governanti, si giunse presto alla caccia porta a porta.


Quando in uno stato una maggioranza inizia a temere, a torto o a ragione, una minoranza quest'ultima viene spietatamente soppressa e quando avevo dodici anni iniziò la durissima repressione, le chimere però trovarono nuovi ed insidiosi metodi per difendersi, non solo erano in grado di dissimulare l'immagine che davano di se agli altri, ma potevano entrare nella realtà oggettiva di chi si trovavano di fronte alterandone i percetti fino allo stato più estremo, la statalità scoprì presto che una chimera messa alle strette poteva fornire a chi la stava minacciando la terribile visione della loro morte sotto le ruote di un treno o precipitando da un viadotto, tali visioni causavano spesso la morte del soggetto in cui erano state indotte tali immagini.


Io non temevo le chimere, a sedici anni fui chiamato dalla statalità per diventare uno scopritore di chimere, ma io non volli far parte di questa maledetta caccia alle streghe, in fondo si trattava di esseri con un dono non troppo dissimile dal mio.


Con il tempo imparai non solo a vedere le chimere per ciò che erano, ma anche a capire che immagine stessero dando di se e fu notevole scoprire che sempre più chimere passeggiavano per strada con il loro vero aspetto, un modo per apparire sicure e sfuggire ai cacciatori assoldati dalla statalità, con gli anni anche le mie percezioni stavano cambiando, ora sentivo anche i loro pensieri, le loro paure, mentre la mia vita stava trascorrendo su dei binari troppo dritti davanti ad un semaforo pedonale incrociai lei, Moza mi passò accanto e seppi che mi aveva notato e mi chiese telepaticamente di seguirla al bar dell'angolo dietro Piazza Maggiore.




Ci andai subito e la trovai seduta con un sorriso smagliante, dava esattamente l'immagine di se per come era, aveva scelto un tavolino in disparte, non molto alta, capelli corvini e due occhi da lince, mi sedetti di fronte a lei, “perchè non collabori con la santissima inquisizione della statalità?” mi disse senza preamboli pronunciando il tutto con la pomposa dizione dei mezzobusti della TV, le risposi che la trovavo una porcata illegale, mi resi conto che era in grado di capire se stavo utilizzando una comunicazione sociale o se stessi esprimendo le mie idee, ma io pensavo sempre ciò che sentivo con il cuore.


Moza mi fissò a lungo sorridendo “un maschio sincero, una nuova specie od un errore genetico?”.

Provavo un attrazione incredibile per quella donna e sentivo che anche lei provava la medesima sensazione “cosa ne sai del mondo di sopra?” mi chiese a bruciapelo, le risposi che era un mondo collegato in qualche modo al nostro, ma non un pianeta gemello in questo universo, un amico esperto in fisica quantistica aveva ipotizzato che potesse essere lo stesso nostro pianeta, ma traslato a livello quantistico da qualche incidente che ci ha sfalsato, la vidi annuire poi guardandomi negli occhi come nessuno aveva mai fatto mi chiese “lo sai che sei l'unico a percepirlo fisicamente? Lo sai che io e te potremmo andarcene da questo porcile per cercare qualcosa di meglio?”

La sottile speranza che avevo nutrito anno dopo anno aveva trovato l'innesco, invitai Moza a casa mia, accettò con un sorriso che avrebbe illuminato una notte senza lune.


Fare l'amore con Moza fu come allacciarsi ad un alter ego al femminile, per la prima volta sentii con tutto me stesso un orgasmo profondo femminile, persi i sensi, capii quanto una piccola morte fosse come premere un tasto di reset e dopo, quando i muscoli si rilassarono e l'endorfina lasciò spazio alla splendida e leggera spossatezza, mi sentii con la testa libera, per la prima volta.

Moza mi stava guardando sorridendo; in quel momento seppi dove era la strada per la via al mondo di sopra.

Le spiegai che dovevamo andare subito, con quello che avevamo addosso, presi i cinque lingotti d'oro da 50 grammi in cui avevo investito tutto i miei averi un anno prima ed uscimmo.

 Passeggiando lungo il viale alberato che dal portoncino di casa portava alla fermata della filobus provai a spiegarle “Vedi Moza, i nostri due mondi sono in realtà uno solo, deve essere successo qualcosa nel 1954 e penso di aver capito cosa, il progetto Siberia messo in pratica dalla statalità contro l'ondata di pazzia, (a loro dire) ed il successivo trasferimento di milioni di persone, nell'altro mondo è stato fermato, non è mai stato messo in atto!, nel mondo di sopra i governi vengono eletti dal popolo, la gente può avere dei diritti, forse proprio l'aver fermato questo progetto criminale ha creato lo sfasamento”.


Moza stava osservando in giro per capire se qualcuno ci stesse spiando, era tesa come un felino pronto allo scatto, "Art ci seguono", mi comunicò “lo so” le risposi e le anticipai che da li a dieci secondi ci avrebbero perso, avevo imparato a sentire gli schemi di ricerca dei cacciatori di chimere ed avevo imparato per gioco fin da ragazzo a coprire le chimere nelle vicinanze, per me erano uomini e donne e non animali da macello, come previsto il cacciatore ci perse ed io e Moza salimmo su di un filobus diretto alla periferia ovest della città.


La lunga fila di casette ed industrie dello stato si interruppero e noi scendemmo, ci trovavamo nuovamente in un viale alberato, la strada era dissestata, un grosso mezzo da scavo arrivava dalla città, due giovani cacciatori scesero con la rapidità di due scimmie e si arrampicarono sui rami di un albero, una chimera aveva provato a mimetizzarsi ma era stata uccisa giorni fa ora i due erano corsi a recuperare i poveri resti essiccati dal lanciaplasma degli sgherri di stato. Sentii Moza tremare, ma per me era troppo facile coprire una chimera acanto a me, la strinsi forte e la baciai, proseguimmo a piedi fino ad un muro che bloccava la via, ne parlai con Moza, ma lei non lo vedeva, seppi che quella era la porta per il mondo di sopra.


Tentammo di passare camminando attraversoil muro, ma ogni volta che lo facemmo non successe nulla, provammo e riprovammo, alla fine ci sedemmo per terra esausti e sfiduciati, il sole stava per tramontare  e fu proprio un riflesso anomalo sul muro che mi fece balenare un idea, il muro non era la porta ma era l'immagine del portale che in realtà si trovava sopra il muro, presi Moza sulle spalle e la spinsi sulla cima del muro e la vidi sparire completamente, da solo non riuscii a salire su di un muro che era un immagine, cercai qualcosa su cui arrampicarmi, ma non trovai nulla, tentai di spostare un cassonetto dei rifiuti, ma era pesantissimo, poi tentai di arrampicarmi su di un albero per lasciarmi cadere sulla sommità del muro, ma i miei tentativi di scalata insospettirono un uomo affacciato ad una finestra che dava sulla strada, lo vidi correre in casa, sentii che urlava alla moglie di correre a prendere il fucile perchè c'era una maledetta chimera che stava tentando di arrampicarsi su di un albero, mi lanciai verso la sommità del muro e sentii l'uomo sparare con il suo fucile.


Tempo e spazio erano una sottile linea biancastra, non avevo materia, non ero materia o assenza di materia, non ero dolore o assenza di dolore, non ero permanenza, solidità o assenza di solidità, mi sentivo recitare questa specie di Sutra quando in un esplosione di luce mi trovai steso sui sampietrini di una piazza, aprendo gli occhi vidi un monumento ad un Tritone che impugnava un tridente, una mano stava afferrando la mia, guardai il viso di chi mi stava aiutando a rialzarmi, Moza!