lunedì 2 gennaio 2017

PROXIMA CENTAURI, LO SBARCO SU TERRA NUOVA

Dedicato a Maria, tanto somigliante al comandante Gianna Lampredi..... 

Proxima Centauri prima parte 

31 DICEMBRE 2075

Lo sbarco su Terra Nuova era imminente, Gianna lampredi era allacciata al sedile della navetta da sbarco e stava ammirando la complessità di Terra Nuova, un pianeta tanto diverso da quella terra che aveva dato i natali ai propri genitori, ma che non aveva mai visto se non snegli audiovisivi materia di
studio per i ragazzi come lei nati sulla nave generazionale Voyager.

Erano due ore che stavano effettuando rilevazioni della superfcie, calotte polari, due enormi continenti ed uno più piccolo la cui forma ricordava vagamente l'Australia, gli effetti della mancanza di una luna che mitigasse le enormi onde generate dalla rotazione stessa del pianeta erano osservabili nelle coste alte e frastagliate di tutti i continenti, solo quello più piccolo a causa della prorpia posizione, parzialemnte protetta dal secondo continente, pareva possedere spiagge molto estese e all'apparenza chiare, Gianna stava osservando ampie foreste rigogliose, due vulcani in aruzione, chiese al comandante della Buran di scendere a 100 miglia di quota per un osservazione più accurata, Petrov acconsentì e fu subito chiaro a tutti che di vita ce ne fosse in abbondanza su questo pianeta, volatili dall'apertura alare pari ad un albatros volavano in stormi da ovest verso est, nelle praterie del continente più ampio branchi di animali, probabilmente erbivori, si muovevano lentamente, Gianna si stupì della qualità dei sensori ottici della navetta e fece i complimenti a Petrov il quale le ribadì la natura esplorativa e scientifica della missione della Buran.

Dopo un ulteriore ora di sorvolo venne deciso di atterrare sul continente più piccolo ad una decina di miglia dalle spiagge del settore orientale.

La Buran lanciò la seconda navetta come procedura di sicurezza, avrebbe mappato il pianeta in maniera molto accurata dall'altezza di centoventi miglia.

La prima navetta toccò terra un ora dopo l'alba, Terra Nuova compiva una rotazione completa ogni ogni 26 ore e 32 minuti, a Gianna l'onore di sbarcare per prima, lei cresciuta in una gravità 0,6 volte rispetto a quella terrestre restò sorpresa dall'enorme peso con cui premette sul terreno; di massa 1,1 volte rispetto alla terra generava una gravità quasi doppia a quella a cui era abituata e nonostante le due ore quotidiabne di esercizio fisico per poco il ginocchio destro non le cedette; l'aria era respirabile, si tolse immediatamente il casco e fu sorpresa dal profumo di salsedine che lei non aveva mai sperimentato, l'analisi dei mari avevano dato una salinità media del 2 per mille e pur essendo ad una decina di miglia dal mare il robusto vento trasportava odori a lei sconosciuti che saturarono i suoi sensi.

Non venne posata alcuna bandiera, nè pronunciata nessuna frase storica, il pianeta li aveva assaliti con la propria bellezza, ad un miglio verso l'entroterra iniziava un bosco molto fitto, Tereskova, l'esobiologa della Buran pareva una bimba in un castello fatato, raccoglieva e catalogava ogni filo d'erba, ogni frammento di origine biologica e pareva in trance dando ordini secchi al proprio team che ubbidiva senza fiatare.

Gianna notò il blu profondo del cielo, l'ossigeno era in percentuale più che doppia rispetto a quello a cui era abituata ed una leggera euforia si stava impossessando di lei, scienziata nata nello spazio, ma teneva tutto sotto controlo, come al solito; "pensa che vi sia qualche forma di animale superiore, dotato di intelletto insomma" chiese Gianna alla Tereskova "non lo escludo" rispose la russa, "ma non abbiamo avvistato strutture artificiali, potrebbero vivere in caverne o nel fitto delle foreste".

Il comandante Petrov si avvicinò a Gianna chiedendole se stesse bene "Si" rispose il comandante della Voyager "mi aspettavo un pianeta diverso, questo  embra la terra del Giurassico, grande vegetazione, grande concentrazione di ossigeno, vorrei vedere la spiaggia", dopo altre due ore di classificazione di qualsiasi sruttura vegetale l'esobiologa della Buran dovette arrendersi, la navetta imbarcò i primi otto terrestri sbarcati sul Terra Nuova e che dopo un viaggio di tre minuti arrivarono ad un chilometro dalla spiaggia, Gianna balzò dalla navetta e corse verso la spiaggia rincorsa da Petrov e dall'esobiologa, arrivò col cuore a mille e le gambe a pezzi alla spiaggia, si rese conto che non era costituita da sabbia, ma da un insieme di residui di strutture calcaree, "come una spiaggia in prossimità di una barriera corallina" osservò l'esobiologa, l'orizzonte eraappariva immenso, le onde alte non meno di tre metri si ingrangevano sul bagnasciuga ritirandosi in mille rivoli schiumosi, Gianna era impietrita, mai avrebbe pensato di restare senza parole davanti ad una semplice spiaggia, si sentiva travolta da troppi elementi, la sua vita regolata vissuta in una scatola a forma di ciambella non l'aveva preparata alla visione di un orizzonte ampissimo. a perdita d'ochio, le nubi torreggianti all'orizzonte, il vento che la schiaffeggiava ad oltre dieci nodi, il profumo della salsedine, l'aria stessa apreva viva, si sentiva prossima a svenire, ma alla fine l'addestramento prevalse sui sensi, Tereskova stava rincorrendo quelli che sembravano crostacei nella sua tuta sterile con guanti a triplo strato ed i suoi innumerevoli contenitori sterili, "a che temperatura è l'acqua?" chiese Gianna a Petrov che la guardò sorpreso, "i sensori davano ventotto gradi celsus vicino a riva", "l'ideale per un bagno" commentò Gianna, che non si era mai immersa in null'altro di più grande di una doccia sonica,

 20 Gennaio 2076

Venti sbarchi, duemilatrecento elementi vegetali ed animali prelevati dalla Tereskova e dal suo team, erano stati osservati mamiferi inferiori simili a roditori, nessun primate, nessun essere arboricolo, gli animali erano tutti a sangue caldo, nessun predatore enorme. ma una vasta popolazione di belve simili a lupi che attaccavano in branco i grossi erbivori delle praterie la cui mole ed il cui numero rappresentava una strategia di sopravvivenza vincente, alcune forme di batteri locali si erano dimostrati pericolosi per l'epidermide ed altri per il sistema respiratorio, ma nulla che non si fosse arreso al laboratorio di analisi  dal reparto medico della Buran, il pianeta non si era rivelato troppo aggressivo e questo andava aldilà delle più rosee aspettative, ma gli oceani avevano riservato sorprese incredibili, li popolavano crostacei di tutti i tipi, pochi erano commestibili a causa di batteri simili a quelli presenti in alcuni granchi che vivevano al largo delle coste del sud America causa di molti interventi medici su europei ignari della cosa, i locali possedevano un antigene naturale ed il laboratorio della Buran stava tentando di sintetizzare qualcosa di simile per poter rendere sfruttabile l'enorme biomassa rendendola commestibile.

I pesci, o la cosa più simile ad essi traevano l'ossigeno dall'acqua tramite branchie, la loro forma era idrodinamica, ma le dimensioni erano spesso enormi, la disponibilità di tanto cibo costituito dall'incredibile varietà di crostacei aveva favorito lo sviluppo di animali acquatici dalla massa media di oltre cento chili, e questi avevano predatori che parevano suciti da un film dell'orrore, lunghi non meno di venti metri dotati di una pinna di coda alta quattro metri  e con un muso simile ad un enorme coccodrillo con fauci,  dotate di  una doppia fila di denti triangolari grandi quanto il palmo di una mano, attaccavano i grandi banchi di animali acquatici in piccoli gruppi.

Gianna iniziò a pensare alla devastazione di una colonizazione selvaggia e la cosa gli creava un sottile malanimo, dopo averlo esaminato, razionalizzato ed elaborato decise di parlarne con Petrov, organizzò una cena in una caletta giusto a misura di navetta, un incontro informale  di fronte al mare.

mentre Petrov stava gustando un tiramisu Gianna attaccò senza preamboli come suo solito, "manderemo tutto a puttane anche qui?" A Petrov andò per traverso il dolce, "cosa?" riuscì a dire, "si, manderemo a puttane anche questo pianeta, lo faremo, lo sfrutteremo fino a renderlo invivibile, sfrutteremo le risorse minerarie, bruceremo i composti vegetali per fare energia perchè costa meno che sviluppare fonti nergetiche rinnovabili, ma io sono contraria a questo, NON QUI, non questa volta, dobbiamo creare un protocollo per una colonizzazione che sia sostenibile, abbiamo il vento, le radiazioni di Proxima centauri sono compatibili con il fotovoltaico di ultima generzione, cristo Petrov!, siamo arrivati dalla terra producendo più energia di quella che abbiamo utilizato con la Voyager dobbiamo impedire che questo paradiso si trasformi in un enorme discarica!"

Petrov non fece commenti, si limitò a finire il tiramisu, fece i complimenti al cuoco e poi senza preamboli baciò Gianna, guardandola negli occhi le parlò con grande calma, "Io non posso di certo scriverlo, ma è probabile che una nata nello spazio profondo possa farlo, ed io difenderò con tutto il mio peso il tuo protocollo, lo porterò all'accademia delle scienze a Mosca e stai pur certa che questa volta non manderemo tutto a puttane".

Gianna quella notte non dormì, estrapolò  ogni potenziale singolo sito sfruttabile per installazioni ad energia eolica dagli accuratissimi dati prelevati dalal seconda navetta della Buran.

Centinaia di siti con vento rilevato di oltre dieci nodi, ci si potevano alimentare DUE pianeti con tanto vento,  dopo una notte insonne attivò il rilevatore vocale di scrittrua, "titolo, protocollo per la creazione di una rete energetica con sistemi interconnessi e ad isola basati sull'energia eolica".....



PS. Nulla ci obbliga a mandare a puttane questo pianeta, la stupidità e l'ingordigia di pochi non può costituire  un alibi morale per nessuno.


 La Danimarca ha un piano nazinale energetico in cui è stato dato grande rilievo all'energia Eolica.