martedì 20 dicembre 2016

LETTERA A BABBO NATALE

Caro Babbo Natale sono un ragazzo di cinquantasei anni e anche se so che non stai confezionando pacchetti con i tuoi elfi al polo nord mando a te questa letterina e non a Santa Lucia il cui ritratto era ai piedi del mio lettino, quando ero bimbo  e fra le mani teneva un vassoio con due occhi, la cosa mi pareva un po' truce e dato che lei è la protettrice degli occhi visto come mi è andata in questa vita direi che non mi ha protetto proprio per niente....

Facciamo che ti scrivo come ad uno dei rappresentanti dello spirito natalizio, che incarna tutta una serie di feste e riti praticati da molto prima che il Cristo decidesse di venire su questo pianeta a darci un messaggio rivoluzionario e salvifico ma che già cinquant'anni dopo la sua morte era largamente compromesso....

Regali per me non ne voglio, se per caso ti avanzasse un bilocale in Liguria ecco, quello lo acceterei volentieri, diventerebbe il mio buen ritiro, ma se fosse troppo costoso mi accontenterei della ristrutturazione che stanno facendo a Monte , frazione di Padenghe, dove  dalla camera da letto avrei la splendida vista della penisola di Sirmione ed a destra il castello di Padenghe, quello forse sarebbe il posto che amerei più di tutti;

ma bando alle cose materiali,vorrei uno strumento che pacificasse il pianeta, qualcosa che portasse pace al medio oriente, e che in seguito ogni nazione potesse scegliere il proprio governo ed il proprio destino, se non democraticamente (non certo un sistema esportabile a tutti contrariamente a quello che continuano a pensare le amministrazioni statunitensi) in base alle proprie credenze e fedi religiose e non.

Non mi pare molto, forse basterebbe un po' di buon senso, ma ormai  sembra che non se ne produca in nessuna parte del mondo.

Vorrei inoltre he la mia tristissima nazione potesse finalmente andarsene da questo sistema monetario folle che è l'Euro, attraverso un referendum.

Poi per ultimo, ma primo per importanza, un anno di salute per i miei amati familiari e per i miei amici e conoscenti ed anche per me.

Noto sempre di più che per troppa gente contino solo soldi potere, potere e soldi,  ma sono convinto che questi soggetti  un attimo prima di spirare proveranno  una forte delusione, in fondo soldi e potere sono solo soldi e potere, amicizie, e amore se li sono giocati e li hanno persi...

Tutto qui Babbo Natale, anche se non esisti, sappi che il Natale ha su di me un certo effetto, mi serve per riordinare le idee, fare bilanci e vedere se ho commesso ingiustizie nei riguardi di qualcuno in modo da rimediare prontamente , in fondo come si può vivere bene se si sa in fondo al proprio cuore che ci si è comportati da pezzi di m....

PS Scusate gli orrori di battitura, come primo intento per il prossimo anno vedrò di rileggere prima di pubblicare.....

Buon Natele a tutti Voi!

Un piccolo regalo musicale......

THE FIRST NOEL, Nat King Cole 







mercoledì 14 dicembre 2016

INSEGNAMENTO





Recentemente ho tenuto un corso di marketing per un totale di una cinquantina di ore in un istituto professionale. L'idea di insegnare mi è sempre piaciuta moltissimo, la mia prima esperienza risale ad una vita fa, quando mi venne chiesto (a sedici anni) di tenere un paio di settimane di prescuola ad una quarta elementare.



Le lezioni si tennero presso l'oratorio maschile e non ebbi il minimo problema, i ventiquattro ragazzini erano sveglissimi, un po' turbolenti, ma il metodo dello scambio (fate casino, 3 minuti in meno di ricreazione ad ogni richiamo, vi comportate degnamente e partecipate, ricreazione di 45 minuti con partitona a basket) è un sistema intuitivo ed equo per tutti, fin dal secondo giorno avevo ottenuto partecipazione e collaborazione piena e fattiva...



I miei colleghi no, li sentivo urlare dal piano di sotto, stupidamente tronfi dall'autorità derivante dal sedere sul trespolo, chiedevano senza dare null'altro in cambio se non autoritarismo....., “noi siamo fortunati” mi aveva detto un giorno Giovanna, la ragazzina sviluppatissima a 10 anni e per questo presa in giro dai maschi della classe, (gli stessi maschi che da lì a tre anni avrebbero sbavato per ottenere da lei un appuntamento) io l'avevo corretta “no, voi avete imparato a fare i vostri interessi”, che poi coincidessero con i miei era del tutto inirrilevante....


Trovarmi a cinquantasei anni a dare lezioni di marketing è stato per me uno scherzo del destino a cui, si sa, non manca una certa ironia, io ho “subito” una montagna di “cattivo” marketing; aziende incapaci di ascoltare la propria clientela ed i propri venditori assumevano “guru” del marketing strapagando idee bizzarre mascherate e condite con altisonanti termini anglosassoni.


Se non funzionavano era la stupidità di noi venditori a non rendere tali stronzate applicabili, peccato che fossero concetti talmente idioti da non riuscire ad essere presi sul serio da nessuno con un briciolo di sale in zucca.


E così, prima di mettermi ad insegnare qualcosa a queste ragazze che per prime avevano aderito a questo corso finanziato dalla regione ho indossato il mio saio penitente e sono andato umilmente a rivedermi ciò che avevo dovuto apprendere durante interminabili meeting dagli infiniti silenzi (dei partecipanti)...


Mi ristudio i dogmi di Philips Kotler, l'orientamento delle aziende, il B2C (Business to consumer) il B2B (Business to Business) i vari piani, Obbiettivi di Marketing, Programma d'azione, Controlli di Marketing....più mi inoltro e più mi sono reso conto di osservare formule sterili, per certi versi inutili.


In un mercato del lavoro isterico ed altamente competitivo  l'unico modo di sopravvivere al lavoro stesso è l'orientamento, mi rendo conto che queste ragazze non hanno idea di come sia strutturata un azienda.

Espongo i dubbi a mia moglie, che da esperto quadro li conferma in pieno....


Il mio corso è iniziato con lo schema di un moderno organigramma aziendale e dal settore vendite sono partito affrontando via via le tipologie di comunicazione, i piani di azione, fino ad arrivare all'analisi del prodotto, della sua immagine e a come condurre un audit aziendale interna,il tutto con un unico orientamento, le esigenze del cliente e la qualità totale del prodotto pensata, progettata e realizzata in modo che sia insita nel processo produttivo stesso.



Come è andata?, me lo diranno le ragazze stesse, spero che quando entreranno in un azienda siano in grado in un paio d'ore di individuare cosa è voluto da loro e questo è possibile solo se si è in grado di inquadrare il proprio posto...


Riprendendo un antico racconto tratto da un libro dal titolo “fiabe ZEN”;


RANA SU FOGLIA GALLEGGIANTE NON SPICCA GRANDE SALTO”

Spero di avervi fornito un minimo di  base d'appoggio.....

Volate in alto ragazze!, ve lo auguro di cuore....


venerdì 9 dicembre 2016

TRACCIA

Lasciare un posto dove si è vissuto per molti anni è come gettarsi alle spalle momenti belli e brutti, ma  ho l'impressione che 
inevitabilmente quanto di bello ho vissuto lì se ne sia andato per sempre, gli amici e le storie vissute insieme apparterranno per sempre a quel luogo ed io ne porterò con me solo il ricordo perchè vivono lì, nel posto che ho abbandonato.


Quei momenti e quelle cose che mi stavano strette e il desiderio di andare, di crescere, di crearmi un altra vita, di visitare il mondo e conoscere nuova gente mi ha fatto perdere di vista che

 quei momenti in cui si rideva davanti ad un camino acceso sarebbero finiti; finiti per sempre.


Non ci saranno più le assolate domeniche pomeriggio e la noia del non sapere come impiegarle, le gite in bicicletta con il mio bimbo a veder decollare i Tornado o quelle con mia figlia a cui da piccola facevo contare i castelli che vedeva nel viaggio dalla nostra casa di allora e la spiaggia di Moniga dove andavamo a "tirare" i sassi nell'acqua.


E non ci saranno più le fughe verso la casa sul lago d'Iseo, le fresche notti, i bagni in piscina prima di andare al lavoro, le interminabili partite a tennis con la mia compagna, le pizze accanto al porto di Clusane.


Nulla più di tutto questo, andato, perduto, via per sempre.


Ma io vorrei ancora il colore delle albe dalla finestra della casa che dava sulla collina, vorrei andare a pescare al lago in barca con i miei colleghi e poi le bibite fresche sotto il pergolato del bar all'angolo della piazza, le lunghe sere alla chitarra  nei licinsì (*), il vino ed il pane e salame.


Ma mi sembra di voler ricostruire un puzzle i cui pezzi sono sbiaditi e molti di loro smarriti per sempre.


Ci sono dei momenti in cui i ricordi bruciano più delle delusioni.


Ci sono dei ricordi con il potere di salvare dalla disperazione.


E ci sono delle amicizie che resistono al tumultuoso scorrere del tempo, al suo diluire la vita stessa fino a renderla un acquarello troppo slavato per lasciare traccia su di un foglio, non appiglio; certezze.

 (*) Per i non bresciani, locale dove era posibile vendere solo vino e salumi, il termine deriva dal fatto che il titolare possedesse una licenza alla vendita ridotta, una licenzina, in bresciano un licinsì....




Vista dal porto di Clusane