Dedicata ai miei due amici con il medesimo nome, Mauro
Sono il dubbio che frena il tuo slancio
il rimorso che attanaglia il tuo cuore
il legaccio che stringe il tuo collo
il groppo in gola che fa sgorgare le
tue lacrime.
Sono ciò che temi e non confronti
l'angolo buio nascosto giù in cantina
il rosicchiar del topo dietro l'armadio
la parola che non pronunci mentre lei
va via.
Sono l'anonimo che sfregia la tua auto
il bastardo che lusinga tua figlia a
dieci anni
chi ti schernisce perché non guadagni
abbastanza
quelli che te l'avevan detto tante
volte.
Sono il sogno che ti fa svegliare col
rimpianto
l'amore che non hai mai confessato
il rimpianto sordo che si spegne in
gola
la terra nera che ricopre la tomba dei
tuoi sogni.
E sono sempre io in tutte queste forme
che copro il tuo io troppo splendente
che uccido le tue idee troppo brillanti
che ti rammenta che tutto ha fine a
breve.
Perché di questo posto sono a guardia
dove sei chiuso e non puoi certo
fuggire
sono vivo per obbedire ai miei padroni
quelli che temono che tu li riconosca.
Perché se loro fossero al tuo posto
li ammazzeresti mille volte come cani
senza pietà o alcun ripensamento
non capiscono che tu non sarai mai
LORO.