giovedì 4 agosto 2016

PESCA ALLA FOCE DEL FIUME

Giugno 2006, ero al mare e ci sarei rimasto per un altro paio di settimane, la mia Liguria mi stava riservando i soliti regali, il clima mite, una ventilazione splendida, e notti fresche e rilassanti, mi ero portato la mia vecchia canna da pesca, una bolognese di quattro metri con un mulinello antidiluviano ed un minimo di attrezzatura, la mia compagna era rimasta a casa con mia figlia per tutta una serie di impegni di lavoro, avevamo affittato un appartamentino a duecento metri dal mare ed i suoceri si occupavano (fin troppo) del mio maschietto di sette anni che ce la metteva tutta per farli disperare non volendo mai uscire dall'acqua.


Avevo un po' tempo per me, riscoprii i luoghi dove mi ero innamorato per la prima volta, andai a trovare un amica di famiglia che nonostante la veneranda età e tutta una serie di acciacchi si ostinava a vivere da sola, anch'essa innamorata di questo paese e del proprio appartamento che gode di una vista semplicemente incantevole.


Una sera andai a vedere se c'era gente che pescava alla foce del fiume, ci trovai un signore della mia età che pescava a fondo, fra una chiacchera e l'altra mi spiegò che tecnica usava e scoprii che questa era reputata più che buona per insidiare qualche bella orata.


In un paio d'ore catturò un bel sarago sul mezzo chilo e la sera dopo presi la mia vetusta attrezzatura e tentai di emulare tecnica e montatura utilizzando le medesime esche.


Durante l'attesa che qualcosa abboccasse il mio compagno di pescata mi parlò della propria vita, mi disse che prima che lo venissi a sapere da altri era giusto che fosse lui a parlarmi di cosa aveva combinato di brutto, mi parlò di un omicidio, di lunghi anni di carcere e del fatto che la moglie della persona che aveva ucciso non saltò mai una visita presso il carcere dove era recluso e che continuò a ringraziarlo per tutta la durata della detenzione, dopo anni di percosse e soprusi aveva riscoperto la vita.


Da qualche mese stava facendo da sorvegliante (su mandato del tribunale) ad un area in precedenza adibita a campeggio, il titolare del quale era stato freddato con un colpo alla testa, un uomo che aveva partecipato alle indagini più scottanti di questa strana nazione e che probabilmente era stato messo a tacere per sempre.


Altri particolari non posso riportarli, ciò che si dice mentre si pesca resta sul luogo di pesca.


Imparai che il vento da ponente portava con se abboccate più numerose, la sera dopo tornai a pescare, nel pomeriggio la mia compagna mi aveva raggiunto, ma dato che era stanca per il viaggio non aveva voluto uscire neppure per un gelato ed io alle ventidue avevo preso la mia attrezzatura ed ero tornato ad insidiare Orate e Mormore.


Quella sera pizzicai una splendida orata da un chilo. La mia compagna ne restò sorpresa quando la mattina la trovò (pulita) nel frigorifero, la cucinammo al sale.


Le sere dopo non uscii, lessi, suonai e mollai la pesca, la ripresi per un paio di sere verso fine vacanza, ma senza successo.


Sono sette anni che non torno in questo angolo di Liguria, i figli sono grandi e dicono di non amare più il mare, la mia compagna è troppo dipendente dai figli, forse programmeremo qualcosa più in là, ma lei vorrebbe andarci con la famiglia al completo, io vorrei andare solo con lei, ho deciso di non trascorrere un altra estate senza un breve periodo di ricarica.....


Ad inizio Settembre taglierò la corda con un amico, l'appartamento affittato è a cento metri da dove andrò a pescare.......ho già acquistato una bolognese da sei metri, assimilato nuove tecniche di pesca......, auguratemi “in culo alla balena”.....



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