Giugno 2006, ero al mare e ci sarei
rimasto per un altro paio di settimane, la mia Liguria mi stava
riservando i soliti regali, il clima mite, una ventilazione
splendida, e notti fresche e rilassanti, mi ero portato la mia
vecchia canna da pesca, una bolognese di quattro metri con un
mulinello antidiluviano ed un minimo di attrezzatura, la mia compagna
era rimasta a casa con mia figlia per tutta una serie di impegni di lavoro, avevamo affittato un appartamentino a
duecento metri dal mare ed i suoceri si occupavano (fin troppo) del
mio maschietto di sette anni che ce la metteva tutta per farli
disperare non volendo mai uscire dall'acqua.
Avevo un po' tempo per me, riscoprii i
luoghi dove mi ero innamorato per la prima volta, andai a trovare un
amica di famiglia che nonostante la veneranda età e tutta una serie
di acciacchi si ostinava a vivere da sola, anch'essa innamorata di
questo paese e del proprio appartamento che gode di una vista
semplicemente incantevole.
Una sera andai a vedere se c'era gente
che pescava alla foce del fiume, ci trovai un signore della mia età
che pescava a fondo, fra una chiacchera e l'altra mi spiegò che
tecnica usava e scoprii che questa era reputata più che buona per
insidiare qualche bella orata.
In un paio d'ore catturò un bel sarago
sul mezzo chilo e la sera dopo presi la mia vetusta attrezzatura e
tentai di emulare tecnica e montatura utilizzando le medesime esche.
Durante l'attesa che qualcosa
abboccasse il mio compagno di pescata mi parlò della propria vita,
mi disse che prima che lo venissi a sapere da altri era giusto che fosse lui a
parlarmi di cosa aveva combinato di brutto, mi parlò di un omicidio,
di lunghi anni di carcere e del fatto che la moglie della persona che
aveva ucciso non saltò mai una visita presso il carcere dove era recluso e che
continuò a ringraziarlo per tutta la durata della detenzione, dopo
anni di percosse e soprusi aveva riscoperto la vita.
Da qualche mese stava facendo da
sorvegliante (su mandato del tribunale) ad un area in precedenza
adibita a campeggio, il titolare del quale era stato freddato con un
colpo alla testa, un uomo che aveva partecipato alle indagini più
scottanti di questa strana nazione e che probabilmente era stato
messo a tacere per sempre.
Altri particolari non posso riportarli,
ciò che si dice mentre si pesca resta sul luogo di pesca.
Imparai che il vento da ponente portava
con se abboccate più numerose, la sera dopo tornai a pescare, nel
pomeriggio la mia compagna mi aveva raggiunto, ma dato che era stanca
per il viaggio non aveva voluto uscire neppure per un gelato ed io
alle ventidue avevo preso la mia attrezzatura ed ero tornato ad
insidiare Orate e Mormore.
Quella sera pizzicai una splendida
orata da un chilo. La mia compagna ne restò sorpresa quando la
mattina la trovò (pulita) nel frigorifero, la cucinammo al sale.
Le sere dopo non uscii, lessi, suonai e
mollai la pesca, la ripresi per un paio di sere verso fine vacanza,
ma senza successo.
Sono sette anni che non torno in questo
angolo di Liguria, i figli sono grandi e dicono di non amare più il
mare, la mia compagna è troppo dipendente dai figli, forse
programmeremo qualcosa più in là, ma lei vorrebbe andarci con la
famiglia al completo, io vorrei andare solo con lei, ho deciso di non trascorrere un altra estate senza un breve periodo di ricarica.....
Ad inizio Settembre taglierò
la corda con un amico, l'appartamento affittato è a cento metri da dove andrò a pescare.......ho già acquistato una bolognese da sei
metri, assimilato nuove tecniche di pesca......, auguratemi “in culo
alla balena”.....
Nessun commento:
Posta un commento