martedì 17 maggio 2016

HABITAT

Solo.
Il pianeta si era rivelato ostile, eppure il cielo viola e la vegetazione azzurra erano bellissimi, ma i pollini trasportati dal vento lo stavano uccidendo.

l'atmosfera composta per  per il cnquanta percento di ossigeno era il chiaro indizio di un pianeta in cui la vita vegetale era rigogliosa oltre ogni aspettativa, ma nessuno aveva neppure lontanamente ipotizzato che un terzo dei pollini erano portatori di neurotossine, il pianeta non ospitava nessun animale erbivoro, nessun vertebrato superiore, aveva percorso duecento anni luce ed il pianeta più promettente si era rivelato una trappola mortale.

I filtri della propria tuta si stavano già intasando, iniziava a sentire le mani intorpidite, chiaro segno dell'intossicazione  ormai in arrivo.

Fabius rientrò nell'astronave, il capolavoro della tecnologia terestre lo aveva portato lontano, ma questo non sarebbe stato il pianeta che avrebbe ospitato l'evacuazione da una terra ormai morente.

Riuscì a malapena ad entrare ed a togliersi la tuta, poi svenne.

Si risvegliò dopo quattro ore, ormai era certo che sarebbe morto su questo pianeta, i sintomi erano chiari, era intossicato da pollini e spore di una vegetazione che difendeva ferocemente il proprio habitat.

Inviò un breve rapporto e fece decollare la sonda iperluce che avrebbe dato la tragica notizia alla gente della terra, anni di studi, di osservazioni, l'invio delle sonde, ma niente faceva presupporre l'estrema tossicità del periodo della fioritura.

Un errore banale, l'esito catastrofico ormai era scontato, decise di uscire e di spostarsi con lo scooter  in riva al mare, in cinque minuti, sfiorando il terreno a novata chilometri l'ora Fabius raggiunse la spiaggia, si sedette in riva al mare,si tolse il casco ormai inutile senza i filtri la cui scorta era finita e si mise ad osservare le piccole onde che si frangevano dolcemente sul bagnasciuga, li vide per caso, prima uno, poi un piccolo gruppo, emersero dalle acque strisciando sul bagnasciuga,ma lui non aveva la forza di fuggire, si fece avvicinare, erano esseri dalle forme simili ad una sirena, un viso quasi umano, una larga pinna al posto dei piedi, una femmina gli si avvicinò e lo sfiorò, sembravano un gruppo orgnizzato e molto intelligente, la femmina fece un gesto ed un maschio prese ad ispezionarlo, toccò le narici, le orecchie, Fabius era troppo stanco per fare qualsiasi cosa, lo stavano visitando, quello che sembrava un dottore prese un attrezzo con cui gli fece aprire la bocca.

La visita finì presto ed il gruppo di esseri tornò nelle profondità del mare, Fabius aveva notato le complesse narici della femmina, forse una sorta di filtro biologico, si chinò sul fianco sinistro, era certo sarebbe morto da lì a poco, la vista stava per abbandonarlo, ma riuscì a vedere la femmina che uscendo dall'acqua si sedette accanto a lui, gli sfiorò la fronte e gli prese una mano.

Fabius le rivolse l'ultimo sorriso spirando fra le sue braccia.