lunedì 9 novembre 2015

IL NULLA PER FUTURO

I numeri dispari corrono sulla mia sinistra, colonnine in ghisa mi impediscono il parcheggio, la catena nera che le unisce sembra un lungo, lugubre abbraccio.

Passo accanto alla chiesa del cordoglio, il portone nero costellato di teschi e tibie mi rammenta che nulla è eterno, nulla dura e forse nulla ha significato; vie sulle mia destra costeggiano le antiche mura e si perdono via via in basso nella pianura verso il fiume.

Un raggio di sole illumina di arancio un lampione arrugginito di un secolo fa.

Scendo verso il fiume, ritorno verso casa, colline nere fatte da rifiuti costeggiano la strada, l'aria è pesante, si muore di cancro  qui più che in altri posti, la terra dei fuochi del nord la chiamano.

Avrei voluto viverci in questo posto, ha dolci colline dalla cui cima far volare gli aquiloni nei giorni di vento, risorgive dall' acqua fresca, una splendida campagna, ma ora tutto è perduto.

Si sono giocati il futuro di questa gente, e nessuno di loro pagherà, amministratori, politici, tecnici, come è stato possibile credere che il sotterrare rifiuti potesse essere una forma di soluzione?

Ora le case vicino alle discariche non le vuole più nessuno, sono entrato in una casa dove dalla cameretta dei bimbi si vedeva un enorme collina nera come l'inferno, se i loro genitori decidessero  andarsene in un altro posto NESSUNO comprerebbe più la loro casa, per cui crescono lì, in un posto una volta bello ed ora orribile.

Amministratori, politici, tecnici, che avete venduto il futuro di questa gente, che possiate pagare per le sofferenze che avete dispensato.