sabato 7 febbraio 2015

INCONTRI

Un post scritto anni fa e recuperato miracolosamente dall'amico Pasone....

Questa notte ho dormito male, ho continuato a girarmi e rigirarmi.



Questa mattina, molto presto, molto sonno, mi sono recato in centro a Brescia per una questione di lavoro, un appuntamento alle 7 mi consente di evitare il casino del traffico e mi lascia più tempo per me, sono in anticipo di 15 minuti e vado a prendermi un caffè in un bar che non frequento da molti anni, uscendo passo davanti ad un giardinetto con due panchine, una è stata spettatrice di un pomeriggio passato con una ragazza, il mio primo vero amore molto tempo e qualche amore fa.




Sono solito gettare uno sguardo su questa vecchia panchina in cemento, scomoda, improbabile, ma le sono affezionato e la cosa, ogni volta che la rivedo, mi strappa sempre un sorriso per cui questa mattina non mi stupisco se la testa mi si giri con modalità "auto" verso l'angolo del giardinetto, ma con mia enorme sorpresa la panchina non è vuota, mi fermo di scatto, non è vuota come al solito, c'è una figura seduta con un grande ombrello blu, sta leggendo; quasi in preda ad un comando mi avvicino guardo meglio e sobbalzo; il libro che tiene fra le mani è la metamorfosi di Kafka, uno dei suoi preferiti, la figura scosta l'ombrello ed io mi ritrovo in un caleidoscopio di sensazioni, non può essere vero, lei è seduta di fronte a me, gli anni sono passati anche per lei i lineamenti non sono più dolci come quelli di tanti anni fa, ma gli occhi color nocciola e con pagliuzze dorate sono identici, i capelli biondi e lunghissimi sembrano gli stessi di tanto tempo fa, il viso le torna di colpo fresco come allora aprendosi in un sorriso dolcissimo "ciao", non so cosa dirle, non so se sto sognando o se qualcuno mi ha infilato qualcosa nel caffè, non riesco a proferire verbo, la saluto con un cenno "allora ti ricordi ancora di me, non mi hai dimenticata" come avrei potuto, le dico con un filo di voce, la vita ha azionato uno scambio e noi siamo finiti su binari diversi, ma il breve viaggio che abbiamo fatto insieme non è stato nè banale nè inutile, la vedo abbozzare un cenno di assenso, "io ci sono sempre stata, eri tu che non volevi ritrovarmi, questa mattina è cambiato qualcosa ed eccomi qua" le sue parole hanno un qualcosa di definitivo.



Taccio per qualche secondo squadrandola da capo a piedi, questa mattina sono ancora meno sveglio del solito, le chiedo cosa intenda con "ci sono sempre stata", "semplicemente questo, mi sussurra, ero al tuo matrimonio, in un angolo vicino alla fonte battesimale, c'ero quando stavi per perdere la vita, c'ero anche quando tua figlia era quasi senza speranza, c'ero quando hai salutato tuo padre per l'ultima volta e quando hai tentato di rianimare quello sconosciuto, ero vicina a te, sempre".



Capisco, abbasso lo sguardo, "quando te ne sei andata?" lei con una mano mi sposta il mento verso l'alto "mai, non potevo, sono rimasta con te perchè fra tutte le persone che ho conosciuto tu eri il più strano di tutti, ed alla prova dei fatti sei stato uno che non mi ha ingannata" le dico che non penso di essere poi un esempio e lei ride di gusto "no di certo, però ti ricordi di me, ed il tuo ricordo è talmente vivo che starti vicino anche senza essere notata non è triste", mi si avvicina riparandomi con il suo ombrello, e senza preamboli si stringe a me, il bacio è stato lunghissimo e la sensazione di essere guardato da dentro è la stessa di allora "Ti saluto" mi ha detto all'improvviso, le chiedo dove sarebbe andata "non so, a ricominciare da qualche parte come mi dicevi tu" le dico che ora che l'avevo trovata non avrei voluto perderla un altra volta "non preoccuparti, il tuo binario ti sta portando su di una via diversa ed io sono arrivata ad una stazione", abbasso lo sguardo, "addio Anna".



Accanto ad una panchina con un ombrello blu fra le mani alle 6:55 mentre pioveva a dirotto e con i piedi in una pozzanghera non ho ben capito cosa sia successo.



Mi sono incamminato verso l'ufficio del cliente con i miei documenti sottobraccio in una Brescia più silenziosa e vuota del solito e per la prima volta in tanti anni mi sono

sentito inconsolabilmente solo.
 
 



Concetto di tempo piovoso una donna in un cappotto blu con un ombrello blu su una strada cittadina donna quaranta anni più

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