giovedì 27 novembre 2014

UN UOMO LIBERO


UN UOMO LIBERO





Ero a Firenze per una consulenza ad un amico impegnato nella costruzione di un generatore elettrochimico,  Marco era venuto dalla sua natia Lucca in moto per rendersi utile, non avevo mai visto il suo mezzo, ma mi stupii non poco quando scoprii che si trattava di una motocicletta da pista  immatricolata chissà per quali vie traverse come stradale con una bellissima carenatura integrale gialla e che sul serbatoio portava in bella vista l'autografo di un famoso pilota di moto GP.


Il lavoro non stava dando risultati eclatanti, il generatore aveva dei problemi derivanti dall'impurità dei metalli utilizzati e dalla soluzione elettrolitica, pur avendo effettuato una progettazione accurata ed utilizzando il meglio disponibile non saremmo riusciti a creare qualcosa di facilmente industrializzabile e l'amico fiorentino, solitamente ottimista, era un po' abbacchiato.


Marco si era prodigato per portarci tutta una serie di conduttori, capicorda, viti e quant'altro si rendeva necessario fornendo un servizio di pony express da 270 chilometri l'ora, ma lo sforzo di tutti non aveva prodotto i risultati sperati.


A fine giornata ci si trovò a tavola davanti ad un piatto di spaghetti e la tristezza per i mancati risultati si trasformò in speranza, forse con metalli più puri, forse se avessimo utilizzto dei conduttori in argento, forse se utilizzassimo una soluzione acida formulata da un laboratorio, ma in cuor nostro sapevamo che il progetto era abortito e sarebbe stato abbandonato da lì a poco.


Marco l'aveva capito per primo, dotato di un approccio pratico e di una capacità di analisi disarmante aveva capito fin dai primi momenti che l'"accrocchio", così lo si chiamava fra di noi, sarebbe stato un mezzo fiasco, si tratta di una persona a cui è difficile dare un età, in leggero sovrappeso, con due occhi chiari e nessun capello grigio gli si potrebbe dare dai trentacinque  ai cinquant'anni ma senza un briciolo di certezza; entrambi sappiamo di avere avuto altre vite in cui ci siamo conosciuti, so che in una di queste è stato molto venerato e questo lo si vede dal modo in cui tende a nascondersi alla gente, è bravissimo a non farsi notare, ma se ad esempio lo si coinvolge in una discussione con una persona che lo incontra per la prima volta, vedo sempre qualcosa negli occhi di chi lo guarda, un guizzo di vita, un briciolo di speranza.


In questi ultimi anni sta affrontando tutta una serie di problemi che avrebbero steso un rinoceronte, ma lui li ha affrontati con la leggerezza di chi sa che questo mondo  è in realtà una sottile pellicola, un teatrino di ombre cinesi dove l'apparenza è tutto, ma la reale consistenza è scarsa e quindi anche se colpito, minacciato e oppresso dalla quantità di obblighi, legami e difficoltà che gli si parano innanzi non ha mai perso il sorriso ed è sempre stato disponibile nei riguardi degli amici nonostante nel momento del bisogno qualcuno gli abbia voltato inopinatamente le spalle.
Ciò che fa di lui un vero filantropo, è l'aiuto del tutto disinteressato che fornisce a chiunque possa farne buon uso, in questo è diventato molto selettivo, l'aiuto lo dà a chi se lo merita, ma sempre in maniera anonima e disinteressata.
Ci si vede di rado, ma ci si sente spesso, da qualche giorno lo sento molto affaccendato, questo teatrino cinese oggi come oggi ha nella scarsità la propria caratteristica più rilevante e minacciosa, manca lavoro, mancano soldi, risorse, speranze. ma presto il sottile velo di carta velina su cui vengono proiettate le figure così ostili verrà squarciato, gli attori si mostreranno essere pezzi legno e carta manovrati da burattinai esperti ed allora il mio amico Marco ritroverà la gioia di stare in compagnia ed io la speranza che da tempo non alberga più stabilmente nella mia casa.



mercoledì 19 novembre 2014

L'INVENTORE

Alessandro è un amico in gravissima difficoltà, ha settant'anni, ha perso da poco la compagna di una vita ed ora come ora ha perso la voglia di lottare.

Vive in un paesino a pochi chilometri dalla Svizzera, e come passatempo fa l'inventore, ma non uno dei soliti personaggi che non approdano a nulla,  il mio amico Alessandro ha inventato un reattore nucleare a bassa temperatura che il Politecnico di Torino ha testato trovando la teoria per cui funziona ed analizzando il surpls di energia che produce, il tutto è documentato, sperimentabile e spiegabile grazie agli studi effettuati dal Politenxico di Torino.

  L'amico inventore ha la licenza elementare eppure ha creato le basi per un diverso modo di produrre nergia, lo studio è iniziato presso un laboratorio finanziato da una facoltosa famiglia bresciana, fui chiamato a verificarne i dati da un progettista elettrico coinvolto nel progetto, mi bastarono pochi minuti per capire che quell'accrocchio produceva più energia di quanta ne assorbisse in misura di nove a uno.

Ma una cosa è un prototipo, ingegnerizzarlo in un prodotto commerciabile è molto più complesso,
serviva un grande gruppo con laboratori ed un team di ingenieri, non fu possibile trovare nessuno interessato alla cosa.

Alessandro andò avanti da solo, dando fondo alle proprie finanze, due anni fa decise di rivolgersi al Politecnico di Torino il quale giunse ai risultati elencati prima, ma le due conferenze negli USA tenute sei mesi fa non hanno avuto alcun riscontro, nessun grande gruppo interessato, nessun finanaziatore disposto a investire su di un progetto così promettente ed ambizioso.

L'amico inventore era profondamente demoralizzato, in una lunga telefonata gli ho spiegato che il petrolio la fasrà da padrone ancora a lungo è un vettore nergetico estremamente "sporco" in quanto lo si acquista da paesi extra UE con sconti del 15% rispetto alla quotazione ufficiale e questo produce valanghe di capitali IN NERO che sono la gioia di tutti i gruppi che lo commerciano, gli ho spiegato che in base ad alcune soffiate in Basilicata si estrae molto più greggio di quanto ci si potrebbe aspettare, ma che anche se così fosse come nazione non ne avremmo alcun beneficio perchechi lo estrae  è in realtà una società ESTERA per cui il petrolio che estrae A CASA NOSTRA viene immesso sul mercato ed un azienda che paga (poche) tasse sugli utili in un altra nazione e ci fa profitto.

Enrico Mattei si rivolta nella tomba da molti anni...

Il prossimo fine settimana si terrà un simposio a Torino su questa scoperta, ma il mio amico Alessandro non ci sarà, è solo, con una pensione di 470 Euro al mese e non ha i soldi per andare a sentire chi si farò bello con la sua invenzione, certo il suo nome è presente nel protocollo di ricerca, ma ora lui è stanco, senza la sua compagna, senza soldi.

Lo specchio di una nazione andata a puttane, senza dignità, sventrata da lestofanti e finanzieri senza scrupoli gestita da amministratori incompetenti o spesso ladri.

Volevo darti una mano, ma non l'hai accettata, sei stanco, deluso e lo sono anch'io amico mio.


martedì 11 novembre 2014

ALLA DERIVA

La risacca mi spinge verso il bagnasciuga, ma la corrente mi porta via via al largo, non ho più i remi persi nella foga di spingermi alla riva ormai prossima, sono ferito ad una gamba e ad un braccio, non potrei nuotare, non ho un giubbetto salvagente, ma anche se mi tuffassi la corrente mi porterebbe via, al largo fra i marosi.

Tento di spingere la barca a riva impugnando una delle mie ciabatte usandola come una pagaia, ma la barca tende a girarsi e ad ogni onda alta un metro rischio di capovolgermi, il mare in questo tratto diventa molto profondo, già a venti metri dalla riva ci sono tre metri di profondità, sento la disperazione sorda salirmi in gola, braccio e gamba mi fanno molto male.

La riva via via si allontana,  le speranze sono finite, morirò su questo guscio di noce.

Questo è il mio incubo ricorrente, è talmente vivido che al risveglio ho nelle narici  l'odore di salsedine e mi sento costretto a verificare le condizioni delle parti del mio corpo ferite nel mio incubo.

Il significato del sogno è a me fin troppo chiaro, mi dice cose che conosco, è la palese manifestazione di quanto sia  stanco del mio lavoro, di come sia frammentario, poco produttivo e da quest' anno pure mal remunerato.

Un continuo affannarsi per poi contare le briciole che restano; il grosso se lo porta via lo stato.

Un onda più alta, un errore in una dichiarazione dei redditi, una delle spropositate cartelle fasulle di equitalia ed il mio guscio di noce si ribalterebbe ed io sarei perso.

 Ma non oggi.

 Questa notte nel mio sogno sulla mia barchetta simile ad un guscio di noce mi era rimasto a bordo un remo spezzato ed io l'ho usato per pagaiare a riva, al contatto della chiglia con i ciotoli del bagnasciuga mi sono buttato sulla terraferma, trascinandomi mi sono rimesso in piedi ed ho visto il mio guscio di noce sospinto via dalla corrente.

Non mi sono arreso, questa notte ho vinto e stamane sono di buon umore,  come sempre venderò cara la pelle....






sabato 1 novembre 2014

LA COSCIENZA DI UNA NAZIONE

Una nazione,per essere considerata tale, deve possedere un senso di appartenenza che accomuna la propria gente, deve possedere un profondo senso di rispetto per chiunque ne faccia parte e questo al di là di come i componenti della nazione stessa vogliano spendere la propria vita, o trascorrere il proprio tempo.

Il senso di profondo rispetto deve andare al di là dei gusti personali, dell'appartenenza a gruppi e religioni e persino della morale di questi gruppi e religioni; una nazione è di fatto la somma delle speranze, degli sforzi e dei tentativi di raggiungere la felicità di tutti i propri componenti.

Quando questo rispetto non viene ferocemente difeso allora la struttura stessa della nazione è in pericolo, le parole pronunciate oggi dal SAP (Sindacato Agenti di Polizia) sono un vero e proprio attentato al concetto di unità nazionale, subito dopo la sentenza del caso Cucchi rappresentanti del sindacato Agenti di Pubblica Sicurezza hanno commentato il verdetto della corte d'appello (sul quale non entro in merito)  "CHI DISPREZZA LA SALUTE NE PAGA LE CONSEGUENZE", queste parole pronunciate da un organo di rappresentanza delle forze dell'ordine sono di una gravità inaudita.

Il fatto che un cittadino faccia uso di sostanze stupefacenti (e non entro nel merito della divisione fra droghe leggere e pesanti) rientra in una sfera strettamente personale che  non condivido ma che non tollero venga additata quasi come se la morte del Cucchi debba essere un monito, quasi come che l'uso di sostanze psicotrope porti con se un qualche tipo dimarchio.

Naturalmente il SAP non ha minimamente parlato della salute dei milioni di italiani che fanno abitualmente uso di psicofarmaci prescritti un po' troppo spesso con una certa leggerezza, anche queste persone dovrebbero venire "marchiate"?,  e dopo chi assume droghe, psicofarmaci e quant'altro chi altro dovremo vedere "marchiato"?

Ma io di marchi e "marchiaure" non voglio sentire nemmeno parlare, non accetterò mai questi atteggiamenti ghettizzanti ed il fatto che nessuno dei nostri rappresentanti di governo si sia sentito in dovere di censurare una simile dichiarazione mi fa temere per questa nazione.

Forse siamo arrivati ad un punto in cui le parole non hanno più il peso che spetta  loro, ma è più probabile che si sia arrivati al punto in cui la nostra libertà è soggetto in via di valutazione da parte di chi dovrebbe garantirla e difenderla ed io non accetterò mai un simile atteggiamento.