martedì 3 settembre 2013

TEMPO RELATIVO

16 Nov 2012 - 20:48:01
TEMPO RELATIVO




Un altra volta!, mi sembra  che fosse solo ieri,  ero sdraiato qui, in questo cilindro di metallo verniciato a buccia d'arancia, giusto poche ore fa, ed invece sono già  passati otto mesi.

Non mi piace questa esperienza, non soffro di claustrofobia ma ogni volta che inizia perdo il controllo del tempo, dovrei stare ad ascoltare i battiti del mio cuore, contarli, per capire quanto tempo sta trascorrendo, ma inevitabilmente esco dalla mia testa e navigo in siti lontani ed i minuti sembrano ore ed il tornare mi è smpre difficile.

L'operatore mi chiede se sono pronto, dò l'ok, i rumori cominciano ad essere martellanti, sempre più acuti, poi grevi, ed io decollo.

Sono a bordo di una nave che io stesso ho progettato, utilizza un sistema di propulsione assolutamente rivoluzionario, tre grandi bobine alimentate da un complesso sistema di inverter interagiscono fra loro con tensioni e frequenza programmate creando di fatto un moto vettoriale, doveva essere un voletto di prova ed invece siamo già in orbita lunare.

Sotto di me gli enormi crateri della zona sud, quelle che sembrano vere e proprie catene montuose che tanto avevano preoccupato l'equipaggio dell'Eagle in quel Luglio del 1969, ho con me una mappa lunare, i nomi dei crateri sono troppi, e poi questo non è un volo di esplorazione, solo un volo di prova dietro l'isolato, il cielo è nero come la pece, anzi più nero della pece, la terra è una splendida biglia, pare quelle marmorine che scambiavo per ben 3 biglie di vetro talmente erano belle.

Il volo procede bene, il generatore ad idrazina ronfa come il mio gatto soriano, con poca energia possiamo uscire dall'orbita lunare, presto punteremo a Marte, il tempo di dotare la nostra nave delle nuove celle solari ad alta efficienza, potremo contare su un MW di potenza di picco ed il generatore di idrazina resterà per la maggior parte del tempo in stand by, ci servono inoltre  altri strumenti indispensabili per la navigazione, un miliardo di km da percorere non sono bazzecole!

Conosco ogni bullone della mia astronave, cinque tonnellate di titanio per la struttura, altre due per paratie e rivestimenti, duralluminio per le parti non sottoposte a carico strutturale,dovrebbe reggere accelerazioni di oltre nove G, ma non sono sicuro che potrei reggerne la metà, dopotutto è una questione di allenamento.

Con un breve scatto usciamo dall'orbita lunare.

una mano sul mio braccio mi scuote dal mio viaggio, non è ancora ora di tornare, ho ancora qualcosa da fare, torno nel cilindro metallico, ricominciano i rumori, questa volta ritmici e profondissimi, decollo nuovamente.

La nave sta puntando dritta verso lo stivale, in una giornata così limpida scendere a ventitremila chilometri orari è spettacolare, decido di far cambiare assetto all'astronave, grandi paratie raffreddate da azoto liquido aumentano la superficie rallentando la discesa, le tre bobine ora sono polarizzate in controfase e stanno rallentando la discesa della nave, da trecento chilometri di quota a  novanta in venti minuti, non filiamo  Più come proiettili, stiamo controllando benissimo la nostra discesa.

Il rientro anche questa volta è durissimo, riapro gli occhi e per un secondo non so dove sono, i rumori sono cessati, mi stanno estraendo dal cilindro metallico, mi tolgono la maschera che mi ha tenuto bloccato il viso, non riesco a capire quanto tempo sia passato forse più di un ora, ma mi sono sembrati non più di tre minuti, ho in bocca il solto sapore metallico e mi brucia lo stomaco.

Il piano su cui ero sdraiato si abbassa e mi permette di scendere, mi sento spaesato, la testa a novanta chilometri di quota ed il corpo che fatica a mettere un piede davanti all'altro.

Esco dal reparto di neuroradiologia ed appena fuori mi aspetta la mia compagna, mi guarda negli occhi ed ha già capito che se parlasse non sarebbe compresa, ci vorrà un buon quarto d'ora prima che la mia stronave atterri e poi finalmente testa e corpo saranno riuniti, se va tutto bene, per i prossimi otto mesi....


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