SUNSHINE OF YOUR LOVE
Solo.
Alle due di mattina fissava instupidito il televisore spento, suo padre si era alzato e guardandolo dritto negli occhi l'aveva apostrofato "ti ha mollato", Beppe farfugliò che non era così che non riusciva a dormire ed altri perchè non troppo convinti uscirono dalle sue labbra ad un volume troppo basso per essere convincenti, ma suo padre lo conosceva talmente bene da sbagliare raramente.
Elena lo aveva mollato, dopo tre anni dentro una centrifuga di sesso, amore, interessi comuni, tenerezza e tanta tanta pazienza due sere prima lo aveva mollato, promettendogli però di vederlo la sera dopo per abituarsi gradualmente al distacco.
La sera dopo si era presentata senza gli orecchini di smeraldi e senza la fedina con le medesime pietre, ricevuti in dono, li aveva riposti in un sacchetto di carta e li aveva appoggiati nel cassetto portaoggetti, Beppe disse che non li voleva e che poteva tenere tutto quello che le aveva regalato, anche l'anello con lo zaffiro da due carati, lui però le disse che avrebbe cancellato il nome dal braccialetto in argento che portava spesso e che lei gli aveva regalato sei mesi prima.
La serata era trascorsa in un silenzio irreale, si erano limitati ad andare a zonzo sulla statale 510 da Salò a Riva, ma Beppe stava perdendo quel briciolo di orgoglio che gli aveva permesso di tenere una posizione eretta; quando lei gli aveva ribadito che lo lasciava le aveva sussurrato che avrebbe voluto invecchiare con lei, ma che questo sarebbe stato uno dei tanti sogni che non potevano avverarsi, le aveva promesso che sarebbe stato un amico su cui avrebbe potuto contare, ma questa sera era diverso, poco prima di lasciarla vicino a casa la pregò di riconsiderare la cosa, le disse che la sera prima era stato pazzo ad accettare di essere mollato in quel modo, Elena ebbe un sussulto, Beppe capì che la sua testa ed il suo cuore erano da un altra parte, come per liberarsi di lui, gli promise che fra un paio di mesi si sarebbero rivisti ed avrebbero valutato insieme il da farsi, lo salutò brevemente ed ed entrò nel portone senza voltarsi.
Alle due e trenta Beppe aveva freddo anche se era la prima settimana di Giugno, tornò a letto a contare ogni minuto di due lunghe ore, poi cadde in un sonno popolato di stralci di immagini di lei, lei ed ancora lei.
Non aveva mai voluto storie che non lo
coinvolgessero, doveva gettarci anima e corpo nelle cose, che fosse
palestra di roccia, musica o sport ci metteva l'anima, ma nei
rapporti personali era decisamente fragilino, un amico che gli
rivolgeva un rimbrotto era per lui una cosa seria, abbassava gli
occhi verdi e diventava pallido, era dannatamente troppo sensibile, ma
come chiunque conosca bene le proprie debolezze Beppe era molto
attento a non farsi prendere in castagna, anche se con Elena aveva
sofferto di una gelosia che teneva a freno in ogni modo, ma che lei
percepiva e che alla fine le aveva fatto prendere la decisione di
mollarlo, come si molla la presa da un qualcosa che potrebbe
scottarti..
Era molto impegnato con il proprio
lavoro, doveva programmare una settimana in Puglia ed il giorno dopo
lo spese a predisporre i ricambi per gli impianti che avrebbe dovuto
riparare.
Il lavoro servì a riempirgli i giorni,
in Puglia ritrovò il sonno, ma lei era una presenza costante in
troppi suoi pensieri.
A fine Giugno i giorni presero a
scorrere in maniera diversa, tornò a frequentare alcuni amici di cui
si era scordato perso com'era nella propria storia, iniziò ad uscire
la sera e fu proprio a fine Giugno che Alberto gli diede una lezione
di vita che avrebbe ricordato a lungo, “non metterti con un altra”,
gli aveva detto sorseggiando una menta sotto il pergolato della
locanda in centro, “finiresti per cercarla troppo o troppo poco, stai
per i cazzi tuoi per tutto il tempo necessario a non pensare più
a lei e quando sarai pronto cercati una ragazza, ma ricordati che non
sarà facile, perchè ci sono passato anch'io....”.
Quel 1982 ci portò il terzo mondiale
di calcio, Italia Brasile lo vide in un campeggio a Genova e subito
dopo la fine della partita andò con il responsabile commerciale di
zona a far baldoria partecipando ai caroselli di auto e moto che
proseguirono fino a notte inoltrata, quando lo riportarono in
albergo Giovanni (il commerciale) gli chiese di trovarsi a colazione
con un amica della moglie da poco separata, Beppe acconsentì.
La mattina dopo a colazione conobbe
Lara, una ragazza che non dimostrava certo i dieci anni in più di
lui, gentile, Laureata in architettura, certamente non timida, con due bellissimi occhi chiari ed un
bel fisico, la sera dopo una giornata insolitamente calda per la Liguria ed una cena ad Arenzano
venne accompagnato in auto in albergo da Giovanni e consorte e da
Lara, la serata era stata divertente, ma Beppe si ricordò le parole
di Alberto e non invitò Lara a bere qualcosa sulla terrazza dell'albergo dandosi dello stupido per
tutto il giorno seguente e subendo gli sfottò di Giovanni che oltre
alla consorte si faceva pure la bella Lara.
Luglio trascorse fra il molto lavoro,
qualche buona lettura e molte uscite con gli amici, Elena non l'aveva
chiamato e lui non voleva certo cedere, qualcosa stava maturando in
lui, alla fine era diventato più forte, I genitori lo invitarono a
trascorrere con la famiglia due settimane all'isola Palmaria, dopo
una vita in Aeronautica il padre di Beppe aveva fatto domanda per un
soggiorno con la famiglia presso la struttura militare presente
sull'isola, Beppe accettò senza pensarci due volte.
Fu sull'isola Palmaria che Beppe
conobbe Clara, una napoletana di vent'anni con la pelle chiara ed i capelli biondi ereditati da qualche avo Normanno.
Dopo qualche approccio piuttosto timido
fra i due scoccò la scintilla, mentre con Elena era stato tutto
molto graduale con Clara fu come essere travolti da un ciclone,
subito dopo colazione salivano sulla parte più alta dell'isola e
facevano sesso in maniera talmente intensa, totale, liberatoria da
far riscoprire la gioia di vivere a Beppe.
Le due settimane finirono troppo
presto, ma Clara e Beppe erano stati bene insieme e questo era
realmente quello che contava.
Il ritorno a casa avvenne in un primo
pomeriggio caldo e afoso, Beppe stava salendo le scale con le valige
quando suonò il telefono, rispose suo padre che soppesando la
cornetta lo guardò e muovendo solo le labbra gli disse “Elena”.
Beppe afferrò la cornetta, lei voleva
vederlo, anche subito; acconsentì.
Si incontrarono a casa di lei, i
genitori erano in vacanza, Elena indossava un bikini verde, gli offrì
un orzata e gli disse senza troppi preamboli che avrebbe voluto
tornare con lui
.Beppe socchiuse gli occhi, mi disse che
ripercorse in due secondi tutte le notti insonni, tutta la sofferenza
che aveva provato tutte le volte in cui si era dato dello
stupido....,
, poi posò l'orzata sul tavolo della
cucina salutò Elena ed uscì dalla porta, prima di uscire sentì
Elena urlagli “ma non mi rispondi neppure?” Beppe fece un mezzo
passo indietro e le rispose “ci devo pensare su..., fra un mesetto
ci si risente, dopotutto tu hai avuto modo di pensare alla nostra
relazione, io no, perchè non ci riuscivo, ma ora penso proprio di
poterci riuscire e mi prendo un po' di tempo per decidere".
Beppe non si rimise mai più con Elena
Suoniamo spesso insieme, ora ha i
capelli bianchi e lunghi e se lo mando "a dar via il culo" in qualche discussione accesa non abbassa
più lo sguardo, la vita gli ha riservato momenti belli e brutti, ma
li ha affrontati entrambi da leone e quando legnando le corde del suo
contrabbasso intona la base di “Sunshine of your love” non riesco
a restare serio perchè Beppe è riuscito veramente a riempire di luce il proprio amore per la vita.
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