martedì 3 settembre 2013

MARA un altra storia della bassa

27 Ago 2013 - 16:28:17
MARA

Un altra storia della bassa
A diciassette anni il poter presentare una propria trasmissione in una delle numerose radio private, nate come i chiodini sotto i gelsi dopo le prime piogge di ottobre, era certamente un ambizione.

Gli anni settanta erano un fermento di cose da fare e da provare, chi sperimentava yoga, ZEN, chi praticava il kamasutra, chi comprava sesso per strada alla prima esperienza,  chi si dava per soldi , chi beveva perchè in compagnia bere è divertente, chi fumava erba, chi si dava al fumo e chi andava sul pesante perchè qualcuno alla fine deve sempre andar giù pesante.

Presentavo con Lauro un oretta di Jazz formale il sabato sera ed un oretta di Fusion la omenica pomeriggio, lo si chiamava Rock Jazz allora, in pratica tutto ciò che era nato dal manifesto musicale di Miles Davies "Bitches Brew", ci si preparava studiando interventi e calcolando la durata dei brani, insomma, si faceva del nostro meglio, io mi ero acquistato un ottimo libro di Arrigo Polillo intitolato semplicemtne "Jazz" trovando delle ottime dritte per l'acquisto di nuovi album da trasmettere e si trascorreva il tempo fra il citato Miles Davies, John Coltrane, Gato Barbieri, ma anche Weather Report Return To Forever, Perigeo e via via tanti altri.

Per ogni radio che si rispetti c'è sempre un organizzatore, uno che la sa lunga, che coordina, ordina e che via via prende il controllo del giocattolo, Gianni era proprio così, alto belloccio guidava una Mercedes 200, sposato, ma molto molto sensibile alle giovani primizie..

Intorno ad ogni radio giravano certamente delle ragazze, una era molto interessata a Patrizio (il nostro Alan Ford, biondo ed occhi azzurri, definizione velenosissima dell'amico Lauro) ma a Patrizio non piaceva proprio (come si dice al cuore ed al gusto non si comanda), io da bravo timidone con la testa persa nella Dama Bionda mi limitavo a galleggiare fra yoga, e tanta tanta musica.

Mara era una mia compaesana, coetanea, giunse  in radio in una domenica pomeriggio, non passò certamente inosservata, dimostrava certamente qualche anno in più e francamente non la si poteva definire che molto bella,  Gianni la prese sotto la sua ala protettrice, le fece vedere la saletta di registrazione e la sera stessa la invitò a mangiare una pizza, alla fine della serata la lasciò in piazza della chiesa facendola scendere dalla Mercedes nera aprendole la portiera con indubbia galanteria; la cosa in un piccolo paese non passò certo inosservata anche perchè all'angolo della piazza c'era il bar principale del ridente paesello.

Mara entro una settimana era sulla bocca di tutti, persino mia madre mi riferì qualcosa ampiamente distorto dai vari passaggi di bocca in bocca.

Ma Gianni non portava una ragazza a cena se non poteva puntare fin da subito al bersaglio grosso, i due finirono per far coppia fissa e poi inziarono i litigi.

Mi raccontarono di lei lasciata in mutandine in un prato di una serata autunnale, sentii altre cose difficili da credere visto il piacere sadico della gente ad ingigantire i problemi altrui, ma che Mara fosse stata scaricata in un fossato asciutto (per fortuna) con indosso solo il proprio cappotto ed in uno stato certamente alterato me lo riferì la persona che soccorse la ragazza.

Gianni era andato troppo oltre, farsi una minorenne era già piuttosto grave, ma abbandonarla seminuda e fumata....

Mara lasciò presto il comune, era ormai argomento di discussione ,  non l'ho mai pensata come una bocca di rosa, e neppure come una paesanella finita sotto le grinfie del satiro di turno, negli anni settanta avere rapporti sessuali a tredici, quattordici  anni per una ragazza era normale, certo ora che sono padre mi pare tutto un po' irreale, ma secondo statistiche stilate da associazioni di ginecologi, l'età del primo rapporto è sempre quella , un paio d'anni dopo per i ragazzi.

Mara semplicemente ha voluto sperimentare la propria sessualità da donna libera, ma certamente l'ha fatto con la persona sbagliata, ed è probabilmente questo il nocciolo del problema, chi a sedici, diciassette anni possiede esperienza e buon senso per non ficcarsi in situazioni simili a quella in cui si è ritrovata Mara?

Un proverbio della bassa bresciana recita che bisognerebbe nascere "col saì èn scarsèlo" (con il sapere nella tasca) forse è proprio questo uno dei compiti primari dei genitori, fornire ai propri figli  quel briciolo di esperienza per far si che le loro prime esperienze non siano traumatiche, ma il mio motto preferito a quella età (e pare anche quello dei miei due figli) era "NON CONSIGLIATEMI, SO SBAGLIARE DA SOLO".....

 

Nessun commento:

Posta un commento