martedì 3 settembre 2013

FRAGILE racconto breve in Sol

05 Nov 2012 - 23:53:12
Fragile



I miei sedici anni scorrevano lenti come melassa che cola da una botte, avevo ripreso in mano da alcuni mesi la mia chitarra classica dopo quattro anni di disaffezione totale, uno strumento di poco valore, ma l'unico che potessi permettermi, l'avevo tirata giù dall'armadio nella camera dei miei genitori, l'avevo tolta dal fodero, accordata ed avevo iniziato a strimpellarci qualcosa, le lezioni di chitarra classica di quattro anni prima mi avevano lasciato solo una certa familiarità con lo strumento, dei begli esercizi del sistema per chitarra classica carulli erano rimasti vaghi ricordi, in preda ad un moto di ribellione ai sei mesi trascorsi a solfeggiare (all'età di otto anni) prima di sfiorare lo strumento decisi di prendere un plettro che girava per casa ed iniziai a torturare le morbide corde Augustine rosse con il diabolico attrezzo.

Senza mezzi termini direi proprio che suonavo da cani, vagamente ispirato dagli acuti di Carlos Santana mi dilettavo in trilli velocissimi ed un unica scala (in do maggiore), "Samba Pa ti", gli assoli di "Oye como va" e "Black magic woman" erano da me rifatti nelle loro parti più semplici, mi trovavo a strimpellare con Patrizio nella sua stanza dove aveva un vecchio pianoforte verticale, aveva cquistato da poco una bella dodici corde che suonava da autodidatta, non usciva in realtà un granchè di buono, ma consci dei nostri limiti si passava del tempo insieme fra qualche buon disco e molte stecche.

Passammo l'inverno a suonare ed ascoltare musica nel poco tempo libero che la scuola ci concedeva, l'istituto tecnico che frequentavo e la prima classe di ragioneria in cui si cimentava Patrizio erano un bell'ostacolo, ma con le vacanze finalmente potemmo dedicare un bel po' di tempo alla musica, i miei gusti musicali erano mutati, Genesis, Yes, Emerson Lake & Palmer, Jethro Tull, Perigeo erano entrati nelle nostre collezioni di dischi o di cassette prosciugando di fatto le nostre paghette.

La qualità delle nostre esecuzioni non decollava, ma Patrizio ebbe una bella intuizione, nell'Album Fragile del gruppo britannico Yes avevamo ascoltato insieme più volte un bellissimo brano suonato con una corposa chitarra classica dal titolo "Mood for a Day", mi propose di "tirarla giù" ad orecchio dal disco, l'impresa non era fra le più semplici, ma Patrizio aveva già iniziato suonando i due accordi iniziali partendo da un accordo in sol, decisi che era tempo di suonare qualcosa di meglio e di mollare il plettro.

Promisi a Patrizio che mi sarei messo al lavoro, giunto a casa presi il mio registratore Grundig, lo piazzai accanto ad una cassa del mio stereo, impostai la modalità su "mono" presi una cassetta in buone condizioni e dopo aver preparato il brano in questione sul piatto del giradischi iniziai a registrarlo.

Finita l'operazione presi il registratore e mi recai in camera mia, i primi due accordi erano semplici, trovare il terzo e metterlo insieme ai primi due richiese un paio di minuti, finita la parte di accordi iniziava una sezione in cui era necessario suonare più corde pizzicandole con pollice (per le note più grevi) ed indice medio ed anulare via via per quell più alte, fra tentativi e ingarbugliamenti di dita riuscii a trovare il bandolo della matassa, i primi trenta secondi del brano erano a posto, li suonai una decina di volte per prendere confidenza con la sequenza dei passaggi ed un altra decina per rendere giustizia all'esecuzione.

Il giorno dopo di prima mattina inforcai la bicicletta e corsi da Patrizio, gli eseguii i trenta secondi di Mood for a day e glieli insegnai (non prima di aver modificato la sua dodici corde in una sei corde acustica) fino a che li  apprese alla perfezione.

Continuò così per circa otto giorni, ci eravamo divisi le parti insegnandocele l'un l'altro ed alla fine riuscimmo ad eseguire il brano in maniera decente.

Qualche giorno dopo pizzicando le corde della mia chitarra mi tornarono alla mente le note di alcuni esercizi del sistema carulli e li eseguii a memoria, come se avessi smesso di andare a lezione la settimana prima.

Il favore enorme che mi fece Patrizio spronandomi a fare un qualcosa che ritenevo quasi impossibile lo ripagai in maniera inconsueta, un giorno uscii con una ragazza che candidamente mi confessò di essere cotta per Patrizio, io informai prontamente l'amico (senza ragazza e con qualche pizza a riguardo) ed i due fecero coppia fissa per qualche anno.

Con Patrizio suonammo tantissimo, ai tempi della cascina (quella descritta nel post "la luna e la vecchia cascina") le chitarre non erano mai lasciate da sole.

Persi di vista Patrizio appena diplomato, ci si rivide qua e là ma sempre di corsa, l'ultima volta una decina di anni fa, lui stava studiando chitarra Jazz da un maestro affermato ed io ero tornato a lezione di chitarra classica.

Qualche ora fa ho ripreso in mano la mia vecchia chitarra classica regalo di mio padre per i miei diciotto anni, la chitarra di liuteria spagnola è dal liutaio per un delicato "intervento chirurgico", la mia Gibson Les Paul riposa accanto all'amplificatore fender eightyfive, la Ovation 1771 ed alla Cort acustica, le note di "mood for a Day" hanno di nuovo riempito la mia stanza ed io mi sono sentito di nuovo un ragazzo.


Mood for a day

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